Come funziona:

Si tratta di un apparecchio elettrico che per riscaldare il fluido termovettore,

non utilizza delle semplici resistenze elettriche , bensì il rapido calore prodotto da una reazione elettro-fisica, ovvero la dissociazione delle molecole di un fluido, appositamente creato per massimizzare il rendimento dell'apparecchio.

Applicando agli elettrodi (anodo e catodo) energia elettrica alternata con 50 Hz di frequenza si ottiene un fenomeno di trasmutazione di ioni presenti nel fluido, che andranno in movimento tra gli elettrodi, con una frequenza data dalla stessa rete elettrica, raggiungendo così una altissima velocità ( la velocità della luce).

Questo principio genera istantaneamente un calore intenso, la potenza nominale nel circuito primario è raggiunta in brevissimo tempo circa 5 volte più velocemente rispetto una caldaia a gas, allo spegnimento della cella ionica, la temperatura del fluido salirà ancora di qualche grado, per poi scendere lentamente fino alla temperatura minima impostata per poi riavviarsi per arrivare nuovamente alla massima temperatura impostata in pochissimi secondi.

Ed è proprio qui che si ottiene l’efficienza della caldaia ionica: la particolarità di questo fenomeno (dissociazione ionica) e della lega interna alla cella (16 metalli) permettono che nello spazio di un’ora, la cella ionica si accenda con frequenza sempre minore, contemporaneamente all’innalzamento della temperatura del circuito di riscaldamento.

Sommando i vari tempi di accensione, il consumo di energia elettrica risulterà di circa un terzo rispetto alla durata del riscaldamento.

Ovviamente dipende da una serie di fattori, dispersioni termiche, volumi riscaldati, posizionamento, ecc.